Pannelli in cemento fotocatalitici per facciate antismog

20 Aprile 2022

L’edilizia prefabbricata è un settore ad alto tasso di innovazione e avanzamento tecnologico. L’evoluzione è continua e viene influenzata da molteplici aspetti, a partire dalle tendenze economiche fino ad arrivare al cambiamento climatico. È in atto una corsa verso soluzioni sempre più sostenibili e in grado di avere un impatto positivo sull’ambiente. Il cemento fotocatalitico è una di queste: parliamo di un materiale innovativo, che sfrutta il processo naturale di fotocatalisi per distruggere le sostanze inquinanti prima ancora che si depositino sulla superficie dell’edificio. Viene utilizzato in edilizia sostenibile e nasce dalla necessità di mantenere pulite le facciate degli edifici: vediamo nel dettaglio cos’è, come funziona e quali sono i vantaggi che comporta.

Cemento fotocatalitico: significato e caratteristiche

Il cemento fotocatalitico è un materiale innovativo inventato e brevettato da Luigi Cassar, direttore centrale del settore ricerca e sviluppo di Italcementi, nel 1996. Inizialmente studiato come cemento autopulente per eliminare le macchie scure causate negli edifici dall’inquinamento provocato dal traffico veicolare nelle città, la sua prima funzione fu quella di mantenere il cemento pulito a lungo. Più avanti si scoprì che gli inquinanti non solo non intaccavano la sua superficie, ma venivano del tutto eliminati.

Il cemento fotocatalitico si fece quindi strada come soluzione contro l’inquinamento cittadino. Proprio per questo motivo viene chiamato anche “cemento antismog”: è in grado, grazie a particolari additivi fotocatalitici per cemento, di assorbire lo smog delle automobili e migliaia di tonnellate di ossido di azoto. Attraverso la fotocatalisi l’energia del sole distrugge le sostanze inquinanti prima ancora che si depositino e aggrediscano la superficie dell’edificio. Utilizzato inizialmente per le strade, negli ultimi anni ha trovato applicazione anche nel campo dell’edilizia. Molti architetti famosi hanno realizzato opere con rivestimento in cemento fotocatalitico, come Richard Maier con la Chiesa di Dio Padre Misericordioso a Roma.

Cemento fotocatalitico: come funziona

Il processo di fotocatalisi purifica l’aria attraverso l’azione del biossido di titanio e dei raggi solari. È un processo di natura essenzialmente chimica, nel quale il biossido di titanio, in presenza di luce solare, tende ad attirare e a trattenere le molecole di acqua sotto forma di umidità, trattenendo le polveri sottili e con esse gli ossidi di azoto presenti nell’aria, fino a farle mineralizzare. Si tratta di un processo che avviene già normalmente in natura, ma la fotocatalisi lo accelera, evitando così il ristagno delle sostanze nocive nell’aria. Un chilometro quadrato di questo tipo di cemento potrebbe assorbire ogni anno fino a 30 mila tonnellate di ossido di azoto.

L’unico svantaggio di questo processo chimico di ossidazione è la produzione di nitriti e nitrati, principali responsabili degli stratidi sporco sugli edifici, ma, trattandosi di elementi solubili in acqua, il problema si risolve attraverso le piogge. È garantita quindi una capacità autopulente, oltre a una buona qualità antibatterica: i sali prevengono l’attacco di alghe e batteri e sono facilmente eliminabili. La fotocatalisi applicata ai materiali da costruzione comporta la combinazione del biossido di titanio con il cemento, che crea un tipo di legante dalle ottime caratteristiche di resistenza meccanica e durabilità che però nel contempo gode di proprietà ecocompatibili.

 

I vantaggi del cemento “mangiasmog”


Il meccanismo di fotocatalisi permette ai materiali che contengono biossido di titanio di godere di diverse proprietà, tra le quali:

  • La capacità di purificare l’aria, attraverso il meccanismo mangia smog sopra esplicitato;
  • L’azione deodorante: attraverso la fotocatalisi si decompongono i gas tossici organici in genere fonte di malesseri domestici;
  • L’azione antimicrobica: tutti i batteri e i funghi che in genere si depositano sulle superfici vengono eliminati, grazie al potere ossidante del fotocatalizzatore;
  • L’effetto anti-nebbia: le superfici non si annebbiano con il vapore dell’acqua;
  • L’azione autopulente: lo sporco viene automaticamente eliminato dalla pioggia e le superfici rimangono bianche a lungo, senza macchiarsi;
  • Il risparmio energetico: la fotocatalisi necessita solo dell’energia solare per funzionare e non si esaurisce nel tempo.

Magnetti Building: dall’esperienza, uno sguardo al futuro dell’edilizia

Duecento anni di attività nel settore dell’edilizia sono alla base della capacità di Magnetti Building di sviluppare tecnologie innovative nel campo delle costruzioni. Negli anni l’azienda ha fatto dell’eccellenza nella prefabbricazione uno dei punti di forza del brand, puntando su efficienza, qualità e materiali all’avanguardia. I pannelli in cemento fotocatalitici sviluppati da Magnetti Building per il rivestimento di edifici industriali sono autopulenti, sostenibili, versatili, durevoli, non necessitano di manutenzione e sono in grado di abbattere diversi agenti inquinanti e di migliorare così l’aria dell’ambiente. Presentano diverse caratteristiche innovative:

  • Effetto antisporcamento. Le proprietà autopulenti e l’effetto antisporcamento dei pannelli preservano nel tempo la brillantezza del colore e, di conseguenza, la qualità estetica dell’opera;
  • Riduzione delle sostanze inquinanti. In presenza di luce solare o artificiale, i pannelli purificano l’aria e riducono fino al 50% la presenza di NOx e di altri composti tossici;
  • Proprietà antinvecchiamento. L’ampia scelta cromatica e la disponibilità di diverse finiture si uniscono alle elevate proprietà di resistenza dei prodotti, che non necessitano di alcuna manutenzione.